Bonjour à tous! Nous sommes des étudiants de l'Université de Gênes, en Italie, et nous vous souhaitons le bienvenue dans notre blog! Notre cours de français de cette année est centré sur les stéréotypes et les préjugés et donc nous voilà! Le nom du groupe vient d'un aphorisme du philosophe allemand Friedrich Wilhelm Nietzsche que nous a frappé beaucoup parce que nous justement parlerons de préjugés et de stéréotypes à travers des posts écrits, qui renvoient aux "mot" de Nietzsche. Nous sommes prêts à partager avec vous notre parcours à travers ce sujet. N'hésitez pas à commenter nos posts!

samedi 14 novembre 2015

COMBIEN ON UTILISE LE FRANÇAIS?
"C'EST LA VIE, HENRIETTE!"
Come ogni mattina al dolce suono del carillon, Henriette si sveglia e accende l’abat-jour. Apre la finestra che da sul parterre, infila il bustier, le culottes, i collants e si lega i cappelli in uno chignon con un foulard.
Per non restare in déshabillé, sopra la lingerie indossa un tailleur beige e in una nuvola di eau de toilette sceglie fra i bijoux una parure con collier che le mette in risalto il décolleté.
Dopo aver dato il gourmet al suo bichon frisé, Henriette tira fuori dal garage la coupé cabriolet per recarsi alla boutique di una griffe à la page quando en passant, uno strano déjà-vu le fa imboccare un cul-de-sac.
Arrivata alla boutique, Henriette compra un tutu di tulle con paillettes e inserti in lamé e fa colazione con dei beignets, un croissant una crêpe prima di recarsi a uno spettacolo di ballo burlesque e cabaret. Si prepara all’ouverture indossando il tutu e di fronte al pubblico si esibisce in una révérence, un plié e un arabesque, mah mon Dieu! Henriette non ha il physique du rôle per essere una étoile e la sua première diventa un exploit di gaffes.
Per riprendersi dalla bruciante défaillance come soubrette, Henriette si concede un pranzo in un bistrot dove mangia una baguette, dell’omelette al gratin con champignons flambés, e per dessert un profiterole e della crème brûlée accompagnata da una flûte di champagne offerta da un sommelier col papillon.

Sfoggiando charme e nonchalance, Henriette si allontana senza pagare il conto con spirito da vera bohémienne. Si reca quindi allo chalet dove con il suo savoir-faire esercita la professione di cocotte e il concierge l’accompagna in una suite per un rendez-vous con un noto viveur con il toupet amante del bondage che le propone un ménage à trois con un clochard. Ma il povero clochard non può permettersi il cachet di Henriette e si deve accontentare di toglierle una guêpière prima di far ritorno alla roulotte senza aver soddisfatto le proprie fantasie di voyeur.
Dopo il tour de force con il viveur, Henriette porta i soldi nel caveau e fa tappa in palestra per cyclette e tapis roulant. Indossa una camicia di chiffon coi volants, una longuette bordeaux à pois col plissé e sceglie una pochette in pendant con la longuette per prepararsi à un tête-à-tête con un gigolo con cui ha un affaire.
Lui, astuto tombeur de femmes che lavora come croupier à la roulette del casino, d’emblée le da forfait. Per superare l’ennesima débâcle, Henriette visita il vernissage di un atelier dove ammira dei quadri in trompe-l’œil dipinti en plein air, si concede una manicure e indossato il gilet di lapin si reca a una degustazione di nouvelle cuisine dove riesce a entrare grazie a un passe-partout che si era procurata con un escamotage degno di una femme fatale da film noir. Scegliendo dal menu à la carte, ordina del camembert, del pâté de foie gras, e la specialità dello chef: un trionfo di escargots su un letto di cordon bleu ricoperto da crème Chantilly.
Henriette si abbuffa soddisfatta senza preoccuparsi della silhouette e giunta a casa trascorre la serata davanti alla TV gustandosi un frappé in una comoda salopette. Guarda una réclame, un drammatico reportage, e un vecchio classico d’essai e sdraiata sulla moquette si dedica al découpage, al bricolage e fa anche un collage ritagliando brochures e dépliants.
Terminato il film d’essai indossa un négligé e con la sua mise molto chic e un po' osé spegne l’abat-jour senza perdere il bon ton. C’est la vie, Henriette, cadere nei clichés per sfuggire alla routine.

Travail de group 
(Samuele Bruscella, Matteo Gramaglia, Viviana Giorgi, Michele Moro)

Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire